LA NATURA CONTRO ICARO
Non passa giorno che non si parli dei cambiamenti climatici e della necessità di intervenire il prima possibile e vengono enumerati innumerevoli provvedimenti riguardanti le azioni da intraprendere ed i comportamenti da modificare “a terra” ma molto meno si parla dei nostri comportamenti “in volo”.
Archiviato il periodo di coprifuoco forzato imposto dal COVID-19, è esplosa negli individui la voglia di ricominciare a viaggiare sia per lavoro che per turismo.
E soprattutto “la vacanza” è sempre più come un bene necessario e non più superfluo o voluttuario. Oggi non ci pensa due volte ad indebitarsi per andare in ferie, mentre fino a circa 20 anni fa, venivano utilizzate soltanto le eccedenze del risparmio.
Ciò ha portato alle seguenti conseguenze: il sei luglio è stato registrato il record di ben134.386 decolli civili per un totale di circa 26.000 aerei impiegati sui 32.000 registrati nel mondo.
E non si deve dimenticare i voli commerciali e quelli militari (53.000 aerei militari esistenti sulla terra). Queste ultime due categorie, inoltre, consumano quantità maggiori di carburante per ora di volo rispetto ad un aereo civile che è più leggero e a cui si possono imporre più facilmente dei limiti di velocità e conseguentemente di emissione.
E non dimentichiamo la guerra in corso in Ucraina che vede dispiegati non solo aerei tradizionali ma anche missili e droni. Per non parlare delle altre guerre “dimenticate” ma comunque in corso nel mondo oltre alle esercitazioni militari sempre più frequenti.
Il jet fuel utilizzato dagli aerei non è che una tipologia di cherosene che sicuramente immette notevoli quantità di anidride carbonica nelle parti alte dell’atmosfera amplificando il cosiddetto effetto serra.
Inoltre, il prezzo del jet fuel è diminuito di circa il 45% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma in compenso il prezzo medio dei biglietti è aumentato del 50%.
Ma il desiderio di volare è più forte e, come ho scritto sopra, non si esita ad indebitarsi per finanziare una vacanza aerea. Un aereo civile consuma circa 12 litri di gasolio per chilometro contro i 15 chilometri percorsi da un’automobile con un litro di benzina. È pur vero che ad oggi circolano circa 900 milioni di autovetture per la maggior parte molto inquinanti e che non credo possano diventare ecologiche in poco tempo senza contare le moto, i mezzi pesanti, i mezzi agricoli e industriali e quelli militari, ma sembra che non si voglia parlare dell’inquinamento del traffico aereo soltanto per un opportunismo ipocrita di chi non vuole rinunciare alle vacanze in aereo.
Gian Burrasca