“FAUDA”, QUANDO LA PACE È UNA DOMANDA.COS’HANNO IN COMUNE PAPA FRANCESCO E UNA SERIE NETFLIX..?


È possibile convivere con chi è “diverso” da noi..? Detta così suona abbastanza stupido, tutti sono diversi da noi. Ma è possibile stare nello stesso bar, ristorante, ufficio postale, supermercato, con chi ha la pelle d’un altro colore, parla una lingua incomprensibile (magari sgraziata alle nostre orecchie), crede in un’altra religione, anche se della religione non ci facciamo nulla finché non diventa identità..?

Caliamo queste domande in una terra abbastanza vicina, consideriamo come possono essere “diversi” ebrei, arabi, musulmani, cristiani, che abitano quella misteriosa ensemble che tra noi vecchi boomer qualcuno chiama Terra Santa. Proviamo a comporre il puzzle con tessere come Jenin, Gaza, CisGiordania, Ramallah, Hezbollah, Hamas, Autorità Palestinese, Israele…

Nomi che il nostro bagaglio di studi e notizie ci suggerisce stanno assieme, anche se non sappiamo come. Nomi che ci dicono guerra, pronunciati con le armi in pugno pronte a sparare dalla casa del vicino, nomi che traducono l’alfabeto della violenza, dove ad un missile che distrugge un palazzo risponde un ragazzo che fa esplodere un auto. I TG degli ultimi giorni ce lo stanno sbattendo in faccia, questo spettacolo di morte, rubando quel po’ d’attenzione allo squallore della politichetta casalinga, alle cronache imbolsite tra covi di boss mafiosi e Sanremo che avanza. Ci bastano per capire qualcosa..? Facile rispondere “no”, i professionisti dell’informazione sembrano proprio faticare a vedere un metro più in là di quel che inquadra la telecamera di turno. Magari, allora, spostare lo sguardo può tornare utile. Guardare altri, ascoltare altre voci. Qui ne vogliamo nominare due.

La prima, clamorosa da come riecheggia nel deserto delle nostre piazze mediatiche, è la voce di Papa Francesco. Che non si stanca nemmeno un giorno di chiedere, invocare, supplicare la pace.

Quella pace che viene da Dio, che mai – ridice il Santo Padre – mai può giustificare violenza, prevaricazioni, assassinio, guerra.

La seconda, del tutto diversa, viene da una Serie, appena approdata su Netflix alla quarta stagione: “Fauda” (فوضى) letteralmente “caos” in arabo, sviluppata da Lior Raz e Avi Issacharoff partendo dalle loro esperienze nel servizio militare israeliano. La Serie racconta la storia di Doron (interpretato dallo stesso Lior Raz), ufficiale dell’unità antiterrorismo Mista’arvim nei reparti speciali israeliani, infiltrati nei territori palestinesi di Gaza e Cisgiordania per sventare attacchi terroristici. È una storia d’azione, di scontri, sparatorie e conflitto, “profetica” delle più recenti cronache in alcune situazioni e scene. Ma non si ferma qui. Nella vicenda umana di Doron c’è uno spazio non secondario (anzi), per cercare di comprendere l’umanità dei suoi avversari, che siano combattenti, terroristi, spie o involontari protagonisti di vicende sanguinose e più grandi di loro.

Quando la vita s’incasina – perché le cose si complicano sempre (ci ricorda “Fauda”) – comunque vada qualcuno si farà male. Nel corpo o nello spirito, o tutti e due. Affezionarsi, volere bene, significa allora accogliere dolore e sofferenza, lacrime e sangue, e quando le distanze non sono abbastanza perché il male si fa vicino, è chiesto un altro sguardo – ad un militare come a ciascuno di noi.

Chiamiamolo “compassione”, per facilità, ché “pietà, e ancor di più “misericordia”, sembrano sinceramente impronunciabili. Rischiare la vita, sacrificarsi – com’è chiesto ai soldati protagonisti della Serie – ha bisogno d’essere per il bene di qualcuno, diverso da noi: non basta che sia per la “giustizia”. Quella è attributo di Dio. L’unico capace di abbracciare sempre, fino alla fine, come invoca Doron nell’ultima, struggente, scena del finale di stagione.

The Bear


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1 thought on ““FAUDA”, QUANDO LA PACE È UNA DOMANDA.COS’HANNO IN COMUNE PAPA FRANCESCO E UNA SERIE NETFLIX..?

  1. Faida è davvero un na serie imperdibile, per verosimiglianza e forza narrativa, con quella faziosità ma anche pietà per l’umanità comune del nemico, che la rende una grande opera.
    Domanda provocatoria: saprebbero dalla parte araba costruire qualcosa di simile?

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