Olimpiadi
Da qualche settimana a Cortina si parla di olimpiadi; fino a poco tempo fa questo evento appariva sullo sfondo, senza suscitare preoccupazioni e nemmeno tanto interesse. Ma ormai, evidentemente, i tempi si stanno facendo brevi e sta emergendo l’urgenza di risolvere problemi apparsi d’improvviso.
Intorno al 10 gennaio, dalla cronaca dei giornali locali si è potuto apprendere che su un terreno in località Campo sarà costruito il villaggio olimpico. Da ciò hanno avuto avvio una presa di coscienza e un coinvolgimento che si sono alimentati di rabbia e sdegno, trasformandosi poi in organizzazione e operatività.
La decisione intorno alla collocazione del villaggio olimpico in quella zona è stata comunicata come inappellabile e ha continuato ad avere caratteristiche di perentorietà anche quando sono emerse le prime posizioni contrarie.
Sono apparse del tutto superficiali ed evasive le risposte che l’Amministrazione comunale e il commissario governativo per le olimpiadi hanno fornito a un gruppo di cittadini preoccupati.
Il grande, bellissimo prato dove dovrebbero sorgere unità abitative capaci di accogliere 1200 persone, è da sempre adibito esclusivamente alla produzione di foraggio; si trova in una zona aperta, da dove è possibile vedere, tutte intorno, le più belle montagne del nostro paese.
La zona costituisce anche il passaggio per giungere, attraverso un magnifico bosco, a tre splendidi laghi alpini. Una relazione del direttore del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, dottore in Scienze Forestali, descrive un ambiente la cui unicità è data anche dalla presenza di varietà vegetali e animali endemiche. Per tale motivo questo luogo risulta tra quelli tutelati e protetti dalla Comunità Europea.
Altro elemento centrale è l’importante, documentato rischio idrogeologico presente nell’area, collocata tra due corsi d’acqua a carattere torrentizio.
Il grande prato di cui stiamo parlando è inoltre diviso in numerose particelle fondiarie, appartenenti a un centinaio di proprietari, la maggior parte dei quali del tutto contraria a qualsiasi patteggiamento (si parla di possibili rimborsi, risarcimenti o, probabilmente, espropri).
Non sono mancate proposte alternatine, alcune molto allettanti e maggiormente rispondenti ai criteri dettati dalle norme generali del C.I.O. sulla realizzazione delle infrastrutture olimpiche.
Ogni giorno la situazione appare più complicata, ma ciò che emerge maggiormente è l’idea che esista un torbido e impresentabile progetto che i nostri amministratori non possono rivelare. Essi ci lasciano immaginare la loro inconfessabile sottomissione a forze, governate da potenti (affaristi? gestori di grandi somme di denaro dalla dubbia provenienza? mafiosi?), che vedono nell’evento olimpico una succulenta e irrinunciabile occasione per aggirare le rigide norme che un Piano Regolatore degno di questo nome dovrebbe imporre.
die Tante