LA VITA AUTENTICA


Siamo nella settimana santa; si dice anche autentica e confesso che questo secondo termine mi piace assai più del primo. Che cosa c’è di autentico, di speciale, in questa settimana? Secondo la tradizione, il sacrificio espiatorio di Dio in persona redime l’uomo. Parole come sacrificio, redenzione, salvezza sembrano lontane anni luce dalla nostra mentalità, non comprendendo bene quale sia, in fondo, il nostro problema. Eppure dolore, violenza, menzogna sono diventate uno spettacolo quotidiano e, per di più, formano una specie di bomba ad orologeria che ci sta sfuggendo di mano, tra minacce sempre più realistiche verso qualsiasi futuro possibile. Come si fa a vivere? Non aveva forse ragione Pascal nel parlare di una seconda natura (quella segnata dal male) che, nel corso della storia, si sarebbe sovrapposta alla prima (quella umana)? L’esistenzialismo mostra un pensiero costante e comune a tutte le sue varianti, religiose o atee, nel definire l’uomo perennemente caratterizzato dal “sì” impersonale -per rubare le parole di M. Heidegger- non autentico; non diversamente, Karl Marx parla di “alienazione”, idea molto cara al marxismo e alla psicanalisi.

Un fatto di cronaca, dalla quale sono solito prendere le mosse, mi ha invitato a riflettere sull’origine di questa situazione, che consideriamo, forse, legata a misteriose lotte tra potenze maligne operanti a profondità metafisiche (c’è sicuramente anche questo, non lo metto in dubbio!). Pochi giorni fa Emmanuel Macron ha compiuto una visita a sorpresa a Marsiglia, per sostenere l’”Operazione Piazza Pulita XXL”, contro lo spaccio e la malavita in condizioni divenute ormai insostenibili a causa dello spaccio di droga; per quest’operazione sono state incrementate le file degli agenti di polizia e dei giudici chiamati a processare i colpevoli. Non sono mancate “proteste” elevate dai quartieri più caldi, che hanno trovato espressione in sarcastici avvisi fuori dai locali, centri di spaccio: “Siamo spiacenti per la situazione fastidiosa di oggi, la polizia è rimasta molto a lungo, il coffee vi accoglierà domani a partire dalle 10”. Il crimine sarebbe aumentato a dismisura per effetto di una guerra tra due bande rivali, dopo che il capo dell’una avrebbe umiliato il capo dell’altra, incontrato in una discoteca in Thailandia, versandogli cubetti di ghiaccio in testa: l’onta ricevuta avrebbe dovuto essere lavata con il sangue, anche innocente, visto l’assassinio brutale di una giovane studentessa coinvolta nel regolamento di conti ad inizio settembre. Stupisce la banalità della causa (“La banalità del male”, titola una nota opera di H. Arendt), cinicamente ridicola, se non fosse in corso una reazione di tragiche proporzioni; banalità che ritorna nell’incredibile epilogo della visita di Macron; un boss della mala marsigliese -secondo quanto riportato su Il Corriere della Sera- avrebbe chiamato dal carcere la radio pubblica France Info, con un cellulare, ovviamente abusivo in prigione, per manifestare la propria opinione sull’operazione di polizia: “Con gli altri detenuti ci siamo fatti una bella risata. Il traffico si gestisce da qui, in prigione, non avete idea della quantità di soldi in ballo. Con i poliziotti schierati ci sarà solo più sangue, perché nessuno rinuncerà alla sua ricchezza”.

Ecco, dunque, la potenza di questa settimana autentica, ben sintetizzata, a mio parere, dalle parole di Ratzinger, a commento della preghiera sacerdotale di Gesù contenuta nel Vangelo di Giovanni: “Questa specie di ‘mondo’ deve scomparire; deve essere trasformato nel mondo di Dio. Proprio questa è la missione di Gesù, nella quale i discepoli vengono coinvolti: condurre l’uomo fuori dall’alienazione da Dio e da se stesso, affinché il mondo torni ad essere di Dio e l’uomo, nel diventare una cosa sola con Dio, torni ad essere totalmente se stesso”. E chi se non Dio può entrare nei vicoli di Marsiglia, così come nelle nostre esistenze, e piantarvi il seme di una vita nuova con la sua infinita fantasia?

GLB


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