L’insostenibile leggerezza dell’edonismo al potere


Chi avesse attraversato Trento questa mattina si sarebbe trovato di fronte alla solita stucchevole liturgia dell’addobbo della città. Siamo appena al nove di novembre e già in piazza Dante è stata montata la giostra panoramica mentre nelle vie del centro tutto un via vai di montaggio di luminarie varie.

Qui non si è certo avversi alla festività natalizia, come noto. E però non può passare sistematicamente e scontatamente eluso lo scandalo dell’edonismo in cui chi governa la città fa annegare i problemi reali delle persone, specie di quelle che vivono difficoltà evidenti.

Non si può ammettere che vengano spesi quattrini pubblici in questa artefatta aria festaiola in cui le luci si sprecano, quando tutti noi sappiamo del buio che c’è nella sofferenza di chi è lasciato solo nella cura delle persone non autosufficienti, nell’emarginazione dello stigma della malattia mentale, nell’incapacità di arrivare e fine mese nemmeno tirando la cinghia.

Fa rivoltare le budella l’insegna che fa di Trento la capitale europea del volontariato nel 2024 e prefigurare l’ennesima parata di manifestazioni e festival, ormai nauseabonde.

Ma come è possibile che una giunta esplicitamente di sinistra possa accentuare l’andazzo salottiero di quelle che la hanno preceduta? Davvero dobbiamo rassegnarci a una miopia così stratificata che in luogo dell’inclusione e della solidarietà con chi è più debole, s’avvita in nuove e sempre più sofisticate pratiche di arredo urbano, piste ciclabili e così via?

Cos’altro dobbiamo aspettarci ancora dalla demagogia di una politica che non solo ha smarrito la sua ratio fondativa nel raccordo al bene comune, ma proprio non ne vuole sentire parlare, visto che i suoi uomini appaiono aspirati da un godimento narcisistico che ripudia i bisogni di chi è nell’ombra, lontano dai riflettori e privo di una rappresentanza?

The Squirrel


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