La macabra purezza dell’astensionista.Breve antropologia


Le elezioni alla fine arrivano. A tutti i livelli e a tutte le latitudini (perlomeno nell’Occidente democratico è forse bene precisare, di questi tempi). Gli eletti sono coloro che hanno ricevuto più voti. Banale? Non tanto.Da oggi per esempio in provincia di Trento avremo un nuovo consiglio e tra poco una nuova Giunta. In questo esercizio democratico c’è chi vince e chi va all’opposizione. E tutto accade, malgrado il sempre crescente astensionismo.Ma chi è l’astensionista? Che cos’è in fondo l’esercizio dell’astensionismo?Più o meno la posizione astensionista è la seguente, con sfumature variabili, ma la sostanza non cambia: “Mi fatte tutti schifo”.Sia chiaro: da queste parti non siamo mai stati particolarmente benevoli con il personale politico locale, e nemmeno con quello nazionale. Ma non saremo mai dalla parte di chi si astiene. Non solo perché i nostri Padri costituenti di fronte a questo auto ammutinamento ne sarebbero mortalmente amareggiati. Ma soprattutto perché i nostri non sono tempi da “anime belle”.Se giuridicamente l’astensionismo è ovviamente garantito e legittimo, è sul piano antropologico che induce fastidio e disappunto. Perché di fronte al disastro c’è bisogno di tutti. La vittoria dell’astensionismo, di gran lunga il primo partito per preferenze è una forma di violenza. Si è infatti violenti quando ci si sottrae alla relazione con l’altro. Per impartire all’altro un colpo letale. Ignorare l’altro è una forma di odio più potente del conflitto, dello scontro, del dialogo, perché anche nella durezza del confronto c’è riconoscimento dell’altro. Ti ignoro significa che ti riduco all’irrilevanza, richiudendomi nel recinto autistico dei miei bei pensieri, in una contemplazione aristocratica e narcisista della mia purezza e superiorità.È il vezzo del tirarsi fuori, per poi potersi permettere di dissacrare il limite altrui, l’imperfezione, la grossolanità, l’inadeguatezza. In fondo l’indegnità.Ma chi si può arrogare questa prerogativa da sepolcro imbiancato?Non è forse questo il tempo di una responsabilità soggettiva e comunitaria ancora maggiore di fronte alle macerie di una civiltà che si sta auto annientando?Pensare che ci sia una giustificazione all’ astensionismo in fondo è un’ingenuità senza fondamento, non è nemmeno una delega generica a qualsiasi avventore, ma il gesto di un ripiegamento che nessuno verrà a redimere.Le forze che sono state estromesse da una rappresentatività in questa tornata elettorale pensino con lealtà al motivo reale per cui non sono state preferite.Ma la moltitudine degli astenuti rifletta sul masochismo etico del proprio indignato negarsi. Perché è in tutto e per tutto analogo all’auto evirazione di quel marito che voleva punire la moglie infedele.

The Squirrel


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