Helping Nathan
La convinzion del geometra Flavio
proviamo, stando seri, a commentare.
“Io penso – ha dichiarato –, e sono savio,
che il falegname a vita deve fare
colui il qual d’un falegname è figlio,
invece che pretender di studiare
con malinteso interclassista piglio,
sennò spariscon certe professioni
e nella società si crea scompiglio”.
Par di tornare alle corporazioni,
che nella medievale mia Firenze,
spregiando di ciascun le inclinazioni
e le individuali differenze,
predestinavan fin dai giorni in culla
di ricchi e poveracci le esistenze.
Settecent’anni contan quasi nulla,
ed il civil progresso ancora meno,
per uno a cui nel capo questo frulla.
Perché bruciare il credito terreno,
ed anche di noi spettri il gran rispetto,
conquistati ospitando nientemeno
che la Klum e la Campbell dentro al letto,
con dei discorsi che di asineria
forniscon più certezza che sospetto?
Sicché, per quanto inverosimil sia,
d’un marchio la globale diffusione,
sette rombanti campionati FIA,
e un patrimonio come Paperone,
non necessariamente voglion dire
che ben si sappia usare la ragione.
Ma in certi ambienti posson più servire
ferocia, spocchia e spregiudicatezza,
finché resta qualcun da annichilire.
Merita Nathan Falco una carezza,
come segno di solidarietà,
nel caso in cui riveli fondatezza
la tesi sull’ereditarietà
esposta dall’illustre genitore.
Sappi, figliolo, questa verità:
è meglio falegname che Briatore.
Alighieri Dante