TRA “EVIL” E “CHRISTIAN”, LE DOMANDE SUL MALE ATTRAVERSANO LO SCHERMO E CHIEDONO RAGIONE DELLA POSSIBILITÀ D’ESSERE SALVATI


Ma il Diavolo esiste davvero..?!? E i miracoli…??

Quasi facessero sponda, uno contro l’altro, a segnare gli argini dell’eterna battaglia tra il Bene e il Male, le domande sull’uno e sugli altri tornano. Non a contorno, orizzonte finale di tanta produzione hollywoodiana (e anche di casa nostra). Questa volta l’interrogativo è messo come base, leitmotiv di due Serie, molto diverse, significative, provocatorie – nel senso pieno e nobile del termine.

“Evil”, su Paramount+ alla prima stagione (di tre realizzate), mette in scena un curioso terzetto:
Kristen (Katja Herbers, “Westworld”), psicologa ex credente, che vive con quattro figlie e accetta di lavorare per la Diocesi su richiesta di David (Mike Colter, “Luke Cage”), che dopo una vita da giramondo studia per diventare prete, accompagnato da Ben (Aasif Mandvi, “The Brink”), musulmano, esperto di tecnologia, sempre alla ricerca di una spiegazione razionale per le manifestazioni del soprannaturale. Perché i tre attraversano New York esattamente per questo: smascherare i tentativi di giustificare con la presenza del divino – o più frequentemente del maligno – malefatte e crimini del tutto umani.

“Christian” invece, alla seconda stagione su Sky, è un picchiatore della peggiore borgata romana (con l’azzeccata presenza di Edoardo Pesce), al servizio del fratellastro capo-banda locale: d’improvviso si trova con le stimmate alle mani, da cui provengono miracolosi poteri di guarigione. Che gli cambiano la vita. Non solo e non tanto per gli effetti, a tratti comici, delle guarigioni compiute tra i disgraziati come lui, ma per le domande accese da questo intervento “superiore”. Anche qui c’è qualcuno (Claudio Santamaria) incaricato dalla Chiesa di fare chiarezza, e forse anche di più. Soprattutto anche qui c’è una presenza – è il caso di dirlo – del maligno e del divino che si fronteggiano, giocandosi la partita detta sopra…. Con divertente contorno di angeli e demoni.

Quello che interessa, di entrambe le narrazioni (marcatamente diverse), è come chiamano la nostra attenzione su questo “dialogo”. Il male che abbiamo dentro, e all’altro capo il desiderio di bene, da dove pescano quello che ci porta a scegliere una direzione piuttosto che l’altra..? Quando la nostra ragione non regge, quando la razionalità misura di tutto non riesce a dare spiegazione dei fatti, dove andiamo, come reagiamo…? Le due Serie incalzano ad oltrepassare l’etichetta del sovrannaturale inspiegabile, mettendoci davanti alla domanda centrale: cos’è la fede? Cosa significa avere fede, credere? Non a caso entrambe le storie mescolano le vicende dei protagonisti con gli affetti e le manifestazioni dell’amore, suggerendo di andare a guardare dentro al cuore per capirci qualcosa.

«Di che cosa hai bisogno?», chiedono gli amici di “Christian” ai loro disgraziati compari di borgata, nel tentativo di pacificare la situazione. «Vogliono tutti una vita migliore», è la conclusione.

Ma non basta nemmeno questo, di fronte alla possibilità di “miracoli” in grado di mettere a posto i nostri casini. I confini sono azzerati, il Male si traveste da Bene, e si scopre il bene anche nel male.

E se a tratti «Dio sembra un biscotto della fortuna» – come osserva una “profetessa” incontrata dai protagonisti di “Evil” – rimane l’interrogativo che scava sottopelle: ce lo meritiamo d’essere salvati…?

The Bear


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