Etnici o etici?
Comprendere la logica che guida
gran parte delle azion di voi moderni
insuperabil sembra una disfida.
Col dire cominciam che dagli esterni,
frequenti e logici imbastardimenti,
che manco se sei Superman governi,
i popoli, volenti oppur nolenti,
storicamente le risorse han tratto
per farsi più robusti e resilienti.
Di puro quindi c’è solo il misfatto
di chi vuol ripulire una nazione
da ciò ch’è misto, o ibrido, o mulatto;
di chi spaventa la popolazione
con quell’assurdità quasi hitleriana
che chiaman “etnica sostituzione”;
di chi però con la moral cristiana
volentieri si riempie poi la bocca,
l’approvazion cercando vaticana.
Riparte insieme a ciò la filastrocca
che nascono in Italia pochi figli;
le maniche pertanto si rimbocca,
fornendo appoggi, soldi e bei consigli,
l’esecutivo che i suoi cittadini
vuol trasformare in bipedi conigli.
Ciechi si dev’esser, oppur cretini,
per la contraddizione non vedere:
mentre di fame muoiono bambini,
che fortunati son se posson bere,
si stipano da un lato i ricchi asili,
e dall’altro si chiudon le frontiere.
E ciò perché valore ai campanili
dopo il duemila ancora viene dato,
e si presumon gli stranieri ostili.
Io son di certo il meno titolato
di steccati a parlare con disprezzo,
qual fiorentin che in vita, da soldato,
non sol l’esercito battè di Arezzo,
ma che, potendo, pure a Pisa e Siena
pagar avrebbe fatto un ugual prezzo;
l’aver di sbagli l’esistenza piena,
però, dal segnalare non mi esime
ciò che ‘l presente vostro v’avvelena.
Così, se ben mi assistono le rime,
vi propongo un pensier dei più pedestri,
ma che pregiata fratellanza esprime:
prima di tutto, siete voi terrestri.
Alighieri Dante