SENTIRSI STUPIDI GRAZIE AL SIG. MARTINEZ


 Nello sport, il tifo “contro” è stupido. E’ anche molte altre cose, naturalmente, ma prima di tutto è stupido. Cosa c’è di più irrazionale che investire emozioni ed energie nella speranza non tanto dei successi del proprio beniamino o della squadra del cuore, la qual cosa già non ci può in alcun modo cambiare la vita ma almeno è giustificata dall’affetto, bensì delle sconfitte di chi ci sta antipatico? Sarà pur vero che l’uomo nutre il proprio orgoglio perlopiù di miserie, ma questa le batte tutte. E ciò vale anche se, a volte, c’è chi una sana antipatia, per non dire la pubblica riprovazione, se le tira addosso come un parafulmine.

 Persino nel tennis, uno degli sport che vanta il più alto tasso di fair-play (al punto che nessuno trova niente da obiettare quando, e succede spesso, l’arbitro di un incontro è della stessa nazionalità di uno dei due giocatori – provate a ipotizzare se a dirigere Francia-Argentina fosse stato chiamato un francese…), può capitare di imbattersi in personaggi e in episodi censurabili. Chi non ha i capelli bianchi ne avrà al massimo sentito parlare, ma nel 1977 Jimmy Connors – per esempio – ritenne che tra i diritti che derivano dall’essere il n.1 al mondo ci fosse anche quello, a partita in corso, di andare al di là della rete e cancellare con un piede il segno di una palla vicino alla riga, per impedire che i giudici assegnassero il punto al suo avversario (il povero Barazzutti, che, inebetito da tanta inaudita protervia, nemmeno reagì). Ma naturalmente è il calcio, sport passionale per eccellenza, che più facilmente muove i bassi istinti.

 Ecco, parlando di calcio, e parlando dell’oggi, il tifo “contro” a posteriori è doppiamente stupido, per l’eccellente ragione che certi nastri non si possono riavvolgere. Chissà se riavvolgerebbe volentieri il nastro della premiazione il sig. Martinez, che, utilizzando il premio ricevuto quale miglior portiere per mimare non si quale perversione sessuale, ha in una volta sola ingiuriato (e in mondovisione!) il premio medesimo, la giuria che gliel’ha assegnato, gli organizzatori, il torneo, e se stesso come essere umano. Peraltro, costui vanta come degni compagni di spogliatoio il sig. Otamendi e il sig. Messi, ai quali era in precedenza parso opportuno esibirsi in boccacce e smorfie canzonatorie all’indirizzo dei giocatori dell’Olanda, immediatamente dopo averli eliminati grazie ai calci di rigore.

 Può ben darsi, come dicono quelli che ne capiscono, che quella di ieri sia stata la più bella finale nella storia dei mondiali. Quel che è sicuro è che grazie ad essa ora abbiamo alcuni tra i più indegni campioni del mondo nella storia di tutti gli sport.

 Ecco perché, in fondo, e malgrado tutte le migliori intenzioni, oggi mi sento doppiamente stupido.

Ellery


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