Padel però no, per piacere!


Si gioca in compagnia, con una racchetta leggera e ormai ovunque spuntano campi ad hoc, all’aperto e al chiuso. È indubbiamente l’attività sportiva più in voga del momento. È il padel bellezza! Verrebbe da dire. Tira talmente tanto anche in Italia che è difficile stimare con precisione il numero di praticanti.
Senonché nel tormentone identitario del Pd il sindaco di Bologna ha avuto la brillante idea di proporre l’ennesimo battesimo di ribattezzare quel che resta dei dem Padel (Partito democratico e del Lavoro).
Se non fosse che abbiamo un’incerta simpatia per Nanni Moretti, questa nuova trovata ci lascerebbe più frastornati che tranquilli. Ma qui siamo di fronte al principale partito della sinistra italiana e un certo Berlinguer si sta rigirando nella tomba con un fegato talmente ingrossato che neanche un etilista recidivo.
Anche perché se c’è un mondo che i sinistrosi hanno snobbato fino a perdere ogni credibilità – essendo ben più catturati da Capalbio e salotti radicali chic vari – è proprio quello del lavoro. Aprendo le porte all’avanzata della Lega proprio in quelle fabbriche (ma non solo) che un tempo costituivano la cassaforte del loro consenso.
Non ci stancheremo mai di dire che c’è bisogno come il pane di un’opposizione che faccia bene il suo mestiere. Ma qui siamo al parossismo. Come se i sondaggi non continuassero a premiare la Giorgia nazionale ma, soprattutto, come se non ci fossero gli spazi per emendare l’ondivago incedere di una maggioranza che si rafforza per manifesta pusillanimità della controparte.
Questi dem allo sbando giocano a padel nel mentre la Meloni si incammina a vincere il grande slam.
Che effetto desolante vedere l’implosione del Partito democratico di questi tempi, dapprima nella fallimentare narrazione di un modello di primarie evaporato nelle sabbie mobili delle diatribe interne, poi avviluppato nella codificazione di un manifesto dei valori che appare come il decalogo del vorrei ma non posso, e oggi a optare per il padel.
Ci si era forse troppo presto illusi che lo sberlone delle ultime elezioni avesse introdotto in quel consesso una determinazione a transitare finalmente fuori da un’adolescenza che si sta protraendo nel magma molliccio degli “sdraiati”.
Cos’altro dobbiamo ancora aspettarci? Quanto tempo passerà prima che la disaffezione del popolo della sinistra esondi in rigetto definitivo?

The Squirrel


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